Tutto chiede salvezza

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«Tutto mi chiede salvezza. Per i vivi e i morti. Salvezza. Per i pazzi, di tutti i tempi, ingoiati dai manicomi della storia.»

Questa è la frase che pronuncia Daniele, il protagonista della serie targata Netflix “Tutto chiede salvezza”, nell’ultimo episodio per chiudere il percorso emotivo e profondo affrontato da lui e dal pubblico.

La serie di sette episodi, dedicata alla settimana che il protagonista ha per imparare a conoscere gli altri e soprattutto sé stesso, è liberamente tratta dall’omonimo romanzo autobiografico di Daniele Mencarelli, prodotta da Picomedia, diretta da Francesco Bruni, e scritta dall’autore e da Daniela Gambaro e Francesco Cenni.

Federico Cesari, conosciuto già per “Skam Italia”, interpreta Daniele, un ragazzo romano chefinisce sotto regime di TSO dopo una crisi psicotica di cui non ha memoria. Si sveglia così la domenica dopo una serata in discoteca, nel letto dell’ospedale psichiatrico in cui rimarrà per i seguenti sette giorni, uno per ogni episodio, in cui lui e, il pubblico attraverso i suoi occhi, conoscerà i personaggi che popolano la sua camera e i corridoi dell’istituto. Si renderà inoltre conto di quanto i “matti” siano in realtà semplicemente esseri umani e che quella che all’inizio gli sembrava una condanna pian piano si trasforma in una delle esperienze più intense e formative della sua vita.

Ad ogni letto della stanza corrisponde una persona con i suoi traumi e i suoi problemi: l’anziano Mario (Andrea Pennacchi) che guarda fuori dalla finestra un invisibile uccellino, dall’aspetto innocuo, ma con un passato terribile; Giorgio (Lorenzo Renzi) un bambino dentro il corpo di un gigante che non ha mai elaborato il lutto per la morte della madre; Gianluca (Vincenzo Crea) omosessuale e eccentrico limitato e sdegnato dal padre generale; il giovane Alessandro (Alessandro Pacioni) in stato vegetativo permanente e assistito dal padre (Massimo Bonetti) che vive sentendosi in colpa e lo schizofrenico Madonnina (Vincenzo Nemolato) piromane, che si calma solo con una sigaretta. Oltre ai pazienti della clinica, impariamo a conoscere punti di forza e debolezza degli infermieri e dei medici e soprattutto di Nina (Fotinì Peluso), una giovane attrice che vive attraverso i social una vita vuota, per non deludere la madre e di cui Daniele è infatuato dai tempi delle scuole.

Tutto chiama salvezza è un viaggio emotivo di sette episodi in cui viene affrontato il delicato tema della malattia mentale. Approdando sulla «nave dei pazzi», come si autodefiniscono i camerati, si possono osservare e mai compatire o giudicare, osservando le loro sofferenze e cercando invece di capire il perché sono ricoverati in TSO. Alla fine non ci sono buoni o cattivi, normali o pazzi perché «visti da vicino, nessuno è normale».

Tutto Chiede Salvezza mostra le fragilità della mente umana, il non sentirsi adeguati nel soddisfare le aspettative dettate dal mondo in cui viviamo e affronta la malattia e insegna a riconoscerla in modo da liberarsi del pregiudizio, senza aver paura di essere additati così, dopo aver vissuto il buio, rimane la speranza di una vita migliore.

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