La violenza

Cos’è, come nasce e cosa accade

Cos’è la volenza di genere?

Si definisce come l’insieme di quegli agiti che possano provocare danni, sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche a carico di una donna.

Leonor Walker, nel 1979, definì il ciclo della violenza, dividendolo in tre fasi:

  1. Crescita della tensione: la donna si accorge di una tensione palpabile, dovuta ad esempio , ad atteggiamenti di isolamento e allontanamento della partner e da silenzio che potrebbe essere definito pieno di astio. La donna cerca di placare l’uomo e soprattutto si trova in una fase in cui è convinta di poterlo cambiare;
  2. Fase di maltrattamento: l’uomo da sfogo alla violenza, che può essere fisica o verbale, tra cui si annoverano minacce, insulti, ricatti, agiti aggressivi, cioè rottura di oggetti circostanti, violenza L’uomo in questo caso sottolinea il suo potere. La donna cerca di proteggere sé stessa e i suoi figli, attraverso vari comportamenti, o cercando aiuto o accondiscendendo all’uomo;
  3. Fase Luna di miele: l’uomo chiede scusa, sii dimostra attento e premuroso, non mancano regali e presenza costante. Non manca il cosiddetto scarico di responsabilità, attribuendo a causa del suo comportamento a motivi esterni, quali fattori economici, lavorativi o9 accusa la donna di averlo Quest’ultima entra in un vortice di dipendenza dall’uomo, non recepisce più la gravità della situazione e resta al suo fianco, attendendo i momenti i pace.

La violenza maschile sulle donne assume molteplici forme e modalità, sebbene la violenza fisica sia la più facile da riconoscere, caratterizzata da schiaffi, pugni, calci, bruciature, agiti che possono provocare aborti nelle gestanti o addirittura la morte della donna.

La violenza psicologia, subdola, sottile e meschina, caratterizzata da aggressioni verbali, minacce, svalutazioni, molestie, rifiuti, intimidazioni, controllo.

La violenza economica, divieto di lavorare, quindi abbandono del lavoro precedente o impossibilitare nella ricerca di un lavoro, divieto di accesso a qualsiasi fondo, divisione centellinata delle spese, tutte da giustificare, controllo dello stipendio nel caso in cui la donna riuscisse a poter lavorare.

Violenza sessuale, l’imposizione di qualsiasi atto sessuale contro la volontà della donna, stupro, incesto, prostituzione, costruzione di materiale pornografico.

Lo Stalking è un insieme di comportamenti intrusivi che vanno a limitare la libertà della persona e sono finalizzati al suo controllo, come telefonate continue e indesiderate, invio di regali e lettere in modo costante e indesiderato, prendere informazioni da persone vicine alla donna, pedinamenti, atti intimidatori fino alla violenza fisica, in un’escalation che segue questo lo sviluppo appena elencato.

Femminicidio, il termine è stato usato per la prima volta nel Parlamento Italiano nel 2007 e nel maggio 2017 l’UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime), per la definizione e l’implementazione della Classificazione Internazionale dei reati (ICCS – International Classification of Crime for Statistical Purposes), ha riconosciuto il femminicidio come un omicidio di una donna compiuto nell’ambito familiare ovvero dal partner, da un ex partner o da un parente.

Non esiste un profilo della donna-tipo che subisce violenza, perché può coinvolgerle tutte.

Ogni violenza, ogni trauma, ha una conseguenza, che possa essere fisica, come le lesioni, la morte, conseguenze psicologiche, come disturbi alimentari e del sonno, attacchi di panico, ansia, depressione, disturbo post traumatico da stress e fortissimo senso di colpa. Possono essere presenti comportamenti autolesionisti e suicidi.

Dal matrimonio riparatore, che vede la sua fine con il coraggio di Franca Viola, le cose sono nel tempo cambiate. Nel 1996 lo stupro è stato inserito nella categoria dei delitti contro la persona; nel 1999 è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne; nel 2001 sono state definite le misure contro la violenza nelle relazioni sessuali. Nel 2013 viene approvata in Italia la Convenzione di Istanbul, la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, uno strumento internazionale giuridicamente vincolante per la tutela donne contro ogni forma di violenza.

Prevede: la prevenzione, attraverso l’organizzazione di campagne di sensibilizzazione, la protezione delle vittime, il monitoraggio del lavoro che viene svolto dallo Stato e la punizione di chi commette il reato.

Il 19 luglio 2019 nasce il cosiddetto Codice rosso in tutela delle donne vittime di violenza, il quale prevede che la polizia giudiziaria abbia l’obbligo di avvisare il Pubblico ministero, che entro 3 giorni dall’iscrizione della notizia di reato deve ascoltare la vittima, per i seguenti reati:

  • Maltrattamenti
  • Violenza sessuale
  • Atti persecutori
  • Lesioni

Pur essendoci manifestazioni in tutto il mondo, pur essendoci le leggi, gli aiuti, le associazioni, i centri antiviolenza e le case rifugio, poco cambia.

In Campania c’è un elevato numero di archiviazioni dei suddetti Codice rosso, che corrisponde al naufragare

della speranza delle vittime di avere giustizia certa.

La protezione che viene offerta alla donna, se non riconosciuta dalla legge, la farà sentire sempre sottomessa ad un potere misogino e maschilista da cui non si potrà mai rialzare, un continuo nascondersi e vergognarsi per aver denunciato, nella maggior parte dei casi, l’uomo con cui condivideva la sua vita.

Un mancato riconoscimento della dignità di vittima, ma soprattutto di donna che ha subito quelle violenze semplicemente per essere nata tale!

Lottare insieme, aiutare chi è in pericolo è un dovere di tutti.

Creare consapevolezza è il primo passo per riconoscere e combattere la violenza.

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